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Copia

In senso stretto, è la riproduzione esatta di un’opera d’arte eseguita senza l’intervento diretto dell’autore o dei suoi aiuti (o assistenti). La c. si distingue dalla versione e dalla replica. Prima dell’invenzione di mezzi meccanici di riproduzione, c. e modelli in gesso svolsero un ruolo fondamentale nel diffondere la conoscenza delle opere d’arte. Caso paradigmatico è quello delle c. tardoellenistiche e romane di opere greche. Nel medioevo, artisti e artigiani (il cui apprendistato consisteva in gran parte nel copiare le opere del maestro nella bottega) ricorsero in larga misura a c. e adattamenti di temi o motivi decorativi e stilistici. Con il Rinascimento, copiare diventò un uso perseguito a scopi educativi, che da allora si impose nelle accademie e scuole d’arte. In epoca romantica, nonostante il forte accento posto sull’originalità, molti artisti continuarono a copiare per imparare, per attingere e per ricreare. Con lo sviluppo del mercato dell’arte si moltiplicarono i falsi e il termine acquisì una connotazione prevalentemente negativa.